I ragazzi stanno a casa

Il Webinar dei centri giovani di Rivalta sulla condizione giovanile durante la quarantena

Come stanno i ragazzi chiusi in casa?

Durante il lockdown, gli educatori del C’entro Giovani insieme al Comune di Rivalta si sono dedicati agli adolescenti, a capire come stessero passando la vita chiusi in casa, senza scuola, sport o amici.

Hanno cominciato chiamando in causa gli stessi ragazzi: un semplice questionario online che chiedesse loro di parlare di tempo libero, delle loro relazioni familiari e degli amici, della scuola e di immaginare il futuro dopo la quarantena.

La lettura attenta delle 151 risposte arrivate agli educatori ha fatto emergere un quadro in cui lo stato d’animo che accompagna i nostri ragazzi è l’incertezza, che riguarda trasversalmente tutte le categorie (lavoratori, studenti, disoccupati…) e rende complicato pensare all’immediato futuro, immaginare una scuola diversa o la propria carriera. D’altra parte, i ragazzi sono sicuri di avere bisogno di un cambiamento di rotta, di una società aperta al mutare dei tempi e soprattutto di dare nuovo valore alle proprie relazioni, quelle con gli amici e con la famiglia.

Era necessario capire meglio. Gli educatori dei Centri Giovani hanno quindi deciso di organizzare una seminario a distanza in cui potessero intervenire esperti che ogni giorno lavorano con gli adolescenti rivaltesi. Uno spazio di confronto tra addetti ai lavori, per fare il punto della situazione. Oltre agli educatori e all’Assessore Nicoletta Cerrato, sono intervenuti Eugenio Marotta, neuropsichiatra infantile dell’ASL TO3, che da molti anni lavora con i nostri ragazzi e collabora con il Comune di Rivalta; Chiara Godio, dirigente scolastico dell’Istituto Amaldi-Sraffa di Orbassano; Paola Merlino, orientatrice al lavoro.

Ognuno degli esperti ha portato il suo contributo alla lettura dei dati e ha raccontato la propria esperienza durante la quarantena, come hanno portato avanti le relazioni con i ragazzi e le famiglie e il proprio pensiero rispetto a quelle che saranno le conseguenze di questa emergenza sanitaria.

È questo un primo passo verso la comprensione di un fenomeno tutto nuovo, un diverso tipo di “trauma collettivo” che ha avuto sicuramente un impatto su tutta la popolazione italiana; quale impatto ha avuto sui giovani, privati delle loro principali occupazioni? Con la volontà di “ascoltarli e non di studiarli”, abbiamo cercato di rispondere a questa e ad altre domande, con la consapevolezza che la comprensione della complessità richiede tempo e dedizione.

Qui di seguito i contenuti oggetto di studio e il Webinar completo

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